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I- Introduzione

Nei casi di responsabilità professionale medica in ambito oncologico è frequente oggetto di contenzioso il “peso” sul paziente rappresentato dal ritardo terapeutico.

È dunque fondamentale, ai fini medico-legali, valutare con il dovuto rigore scientifico se l’eventuale ritardo nell’inizio delle cure oncologiche abbia comportato o meno reali conseguenze sulle opportunità di cura del paziente.

II- la letteratura scientifica

Sul tema si ritiene utile segnalare un recente articolo dell’autorevole British Medical Journal[1] in cui sono state incluse indicazioni terapeutiche sia neoadiuvanti che adiuvanti per chirurgia, trattamenti sistemici e radioterapia per tumori nei seguenti distretti: testa, collo, mammella, polmone, colon, retto, vescica, cervice.

Nell’articolo è stato esaminato l’hazard ratio per la sopravvivenza ogni quattro settimane di ritardo per ciascuna indicazione terapeutica.

La misura del ritardo è stata inquadrata considerando il periodo dalla diagnosi al primo trattamento, oppure dal completamento di un ciclo terapeutico fino all’inizio del successivo.

La revisione proposta dal British Medical Journal ha incluso 34 studi per 17 indicazioni, su una popolazione di 1272681 pazienti; l’associazione fra ritardo terapeutico di quattro settimane ed aumento della mortalità è risultata significativa (P < 0,05) per 13 su 17 indicazioni.

Nel dettaglio è emerso quanto di seguito per i vari trattamenti

  • Chirurgia: per ogni quattro settimane di ritardo è emerso un rischio fra 1,06 – 1,08 (ad esempio: 1,06 per colectomia; 1,08 in chirurgia mammaria).
  • Trattamenti sistemici: emerso un rischio fra 1,01 e 1,28.
  • Radioterapia: per ogni quattro settimane di ritardo è emerso un rischio fra 0,98 e 1,23 (ad esempio: 0,98 per radioterapia dopo chirurgia conservativa mammaria; 1,09 per radioterapia radicale in tumori della testa e del collo, 1,23 per radioterapia adiuvante nel cancro della cervice).

Gli autori dell’articolo citato hanno concluso affermando che “l’impatto del ritardo sulla mortalità può ora essere quantificato … . Anche un ritardo di quattro settimane del trattamento del cancro è associato a un aumento della mortalità …”.

Alla luce di tali risultati  Le politiche incentrate sulla minimizzazione dei ritardi a livello di sistema per l’inizio del trattamento del cancro potrebbero migliorare i risultati di sopravvivenza a livello di popolazione”.

III- Conclusioni Nei casi di responsabilità professionale medica in ambito oncologico ove si siano individuate criticità che hanno portato il paziente ad un inizio tardivo delle cure, è fondamentale un’accurata valutazione delle conseguenze ascrivibili al ritardo stesso.

In questo modo si può valutare se le problematiche sanitarie occorse nel percorso di diagnosi e terapia abbiano determinato o meno un danno al paziente stesso.

Per farlo, con il rigore scientifico che la tematica impone, è opportuno il riferimento alla più autorevole letteratura e l’articolo esaminato in questa occasione ne è la autorevole riprova.


[1] Timothy P Hanna, Will D King, Stephane Thibodeau, Matthew Jalink, Gregory A Paulin, Elizabeth Harvey-Jones, Dylan E O’Sullivan,  Christopher M Booth, Richard Sullivan, Ajay Aggarwal, Mortality due to cancer treatment delay: systematic review and meta-analysis, BMJ 2020;371:m4087.

Di Niccolo Maria Sposimo

Laureato in medicina e chirurgia presso l'Università di Firenze con massimo dei voti e lode. Specializzato in medicina legale presso l'Università di Pisa con massimo dei voti e lode. Medico legale fiduciario per gruppo Allianz SpA e Sara Assicurazioni. Consulente medico regionale Patronato INAS-CISL Toscana. Medico di direzione di IML - Istituto Medico Legale